La nostra prima fondazione in India ha avuto un periodo di incubazione piuttosto lungo, circa 10 anni. Fin dal 1967 infatti, nacque in alcune sorelle, che per iniziativa dell’Ordine lavoravano insieme alle rappresentanti delle altre Congregazioni servitane per il rinnovamento delle Costituzioni, l’idea e il desiderio profondo di una fondazione in terra di missione pensata come un germoglio nuovo di vita evangelica autentica che ridesse vigore e speranza alla pianta che faceva fatica ad affondare le proprie radici nei nuovi orientamenti del Concilio Vaticano II.
All’inizio l’idea apparve un’utopia, quasi un pericolo da contenere, una fuga individualistica proprio nel momento in cui c’era più bisogno di essere unite e corresponsabili per rivitalizzare la famiglia. Il desiderio però era persistente, impossibile ad accantonare. Nell’estate del ‘69 fu introdotto nelle prime Costituzioni “ad experimentum” il capitolo sulle missioni caldeggiato al massimo dalle sorelle che l’avevano espressamente voluto. Nel novembre dello stesso anno fu accolto un gruppetto di giovani indiane (ASPIRANTI) per un momento si ebbe l’impressione che la missione ci fosse venuta incontro, l’avevamo in casa…. Ben presto però si tornò a insistere per un impegno missionario vero e proprio. A quel tempo l’India sembrava un terreno inaccessibile sotto ogni punto di vista, si pensava piuttosto all’America Latina.
Anche in altre Congregazioni servitane si avanzavano proposte e spinte verso orizzonti nuovi. Si pensò a una fondazione missionaria intercongregazionale che potesse convogliare e realizzare questo impulso con meno rischi per le singole famiglie. Era il tempo delle esperienze e delle iniziative più varie e più affrettate e delle decisioni impazienti: il rischio delle illusioni era tutt’altro che ipotetico, però lo Spirito portava a maturazione nel cuore di molti, doni nuovi per la sua Chiesa.
Le missioni rimasero un sogno caldamente vagheggiato da alcune sorelle e puntualmente represso come una tentazione di fuga da altre, fino al dicembre del 1975, quando la madre generale Suor Nicolina Valente da poco eletta, invitata a partecipare a un viaggio esplorativo in India, rimase talmente impressionata dai bisogni e dalle immense potenzialità di quella popolazione che da allora in poi tentò tutti i modi per impiantare una piccola comunità in Kerala, ove la percentuale dei cristiani e delle le vocazioni religiose sono nettamente più alte che nel resto della grande nazione.
Con l’aiuto dei Servi, già stabilitisi a Mahallapuram, Madre Nicolina ebbe un primo approccio col vescovo di Trivandrum che sembrò favorire la nostra presenza nella periferia della città, ma nel dicembre successivo questa speranza si rivelò illusoria. Fummo invece accolte dal nuovo vescovo di Cochi S.E. Monsignor Joseph Kureethara il quale senza chiedere un servizio immediato offriva alla Congregazione la possibilità di una fondazione nella sua diocesi.
A fine febbraio del 1977 fu concluso l’acquisto di un piccolo terreno a Perumpadappu e il 3 marzo fu messa solennemente la prima pietra dell’attuale convento dedicato all’Addolorata: Our Lady of Dolours Convent.